UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE SUL TEMA DEL PRECARIATO, INSIEME.

Proprio come immaginavo. Quella di venerdì pomeriggio non è stata una semplice presentazione ma un’occasione per riflettere, insieme, su un tema di stringente attualità.
Venerdì eravamo in tanti alla libreria Feltrinelli per confrontarci e parlare, insieme, di precariato.
Insieme a chi ha vissuto sulla propria pelle momenti e situazioni difficili.
Insieme a tante persone impegnate ed interessate, giovani, adulti, pensionati, professionisti, tutti presenti per cercare di comprendere meglio la situazione del precariato in Italia e in Abruzzo.
Sono stata davvero felice di aver potuto condividere una volta di più con tutti voi questo speciale momento di aggregazione e confronto.
La situazione del lavoro in Italia, lo sappiamo bene, non è delle migliori. Ci sono tante famiglie, tantissimi giovani, uomini e donne che, come raccontiamo ne “La Vita non aspetta”, devono fare i conti ogni giorno con un lavoro che non c’è o che, troppo spesso, è legato a contratti precari.
Le 17 storie raccolte nella pubblicazione rappresentano uno spaccato di un’Italia nella quale in troppi, come emerso anche nel corso del dibattito di venerdì scorso, non riescono ad arrivare alla fine del mese.
C’è chi ha colto l’occasione per ricordare la propria difficile quotidianità, per ricordare le difficoltà di chi, già alla terza settimana del mese, non ha più nulla da spendere; quelle di chi ha perso il lavoro in età troppo avanzata per ricollocarsi adeguatamente sul mercato; o quelle di chi, legato ad un contratto di precariato, non può coniugare il proprio oggi al futuro perché legato ad un presente con una data di scadenza.
Lo spirito, però, dev’essere sempre positivo. Come ricordo sempre in queste occasioni, non bisogna mai perdere la speranza perché da imprenditrice, prima ancora che da donna impegnata nel sociale e nella politica, sono convinta che col tempo il merito e le capacità vengano premiate.
Lo spirito stesso della nostra pubblicazione è quello di parlare in modo costruttivo e positivo del precariato.
Il libro, come ho ricordato in apertura del dibattito, è nato per dare voce a chi era pieno di rabbia per aver perso il lavoro e rappresenta un appiglio per continuare la battaglia per un diritto importantissimo e primario, un diritto da cui dipende la propria vita e la serenità di chi ti vive accanto.
Lo hanno ricordato anche due dei diciassette autori, Vittorio Ramundi, ex dipendente della Provincia di Chieti, e Maria Ludovica Proietti, ex dipendente di quella di Pescara. Li ringrazio di cuore entrambi perché con le loro parole, ripercorrendo non senza trasporto le proprie vicende professionali, ci hanno permesso di capire in concreto cosa significa vivere da “precari”.
Ringrazio anche Fabrizio Zuccarini e Lea Del Greco che hanno dato voce a Matteo e Rosa, protagonisti di due delle storie raccontate nel libro. Grazie a Fabrizio e Lea perché con la loro appassionante interpretazione hanno permesso a noi tutti di provare più da vicino le emozioni e gli stati d’animo di chi quelle storie le ha vissute sulla propria pelle.
E ringrazio ancora una volta i professionisti che hanno curato le postfazioni del libro: il loro autorevole contributo è determinante per avere un quadro completo del precariato in Abruzzo. E’ un contributo dal quale non possiamo prescindere per cogliere le prospettive e provare a pianificare e costruire risposte concrete per tutte le identità violate e precarie del nostro paese.
Gli spunti di riflessione, lo avrete notato anche voi, non sono mancati: il dibattito ha permesso di conoscere cifre, di far emergere punti di vista e ipotesi di soluzione diverse ma in ogni caso interessanti.
Tutto questo deve renderci ottimisti. Sono convinta che col tempo, intervenendo anche politicamente, questa tendenza negativa possa cambiare.
Io, nel mio piccolo, continuerò a combattere affinché questo avvenga, forte anche del vostro appoggio, partendo dalle vostre storie e dai tanti spunti che mi offrite in queste belle occasioni di confronto.
Sono occasioni speciali che, vi anticipo sin d’ora, si ripeteranno presto non solo per promuovere il nostro libro ma per cercare di raccogliere una volta di più suggerimenti e argomenti sul tema del precariato, un tema che come Associazione Articolo 3 abbiamo molto a cuore.

                             Il Presidente
                             Antonella Allegrino
 
 
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