IL CONVEGNO DI ARTICOLO 3 – LA STORIA E IL FUTURO DEL CIRCOLO CANOTTIERI

La rivitalizzazione dell’intera area compresa tra Ponte del Mare e ponte Risorgimento può passare attraverso la rinascita del Circolo Canottieri: è la sostanza emersa dal convegno dell’Associazione Articolo 3, “Il Circolo canottieri La Pescara, fra passato, presente e futuro” che si tenutosi oggi presso la Sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara e organizzato in collaborazione con la facoltà di Architettura dell’Università d’Annunzio di Pescara, la  Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo, L’Agenzia del Demanio e il Circolo Canottieri “La Pescara” e Coni di Pescara e con il patrocinio di Comune e Provincia di Pescara.

             “La struttura, oggi di proprietà demaniale, sta per passare alla Provincia di Pescara che abbiamo scoperto essere intenzionata a recuperarla – ha esordito Antonella Allegrino, Presidente dell’Associazione Articolo 3 – ma restano da definire destinazione e tipo di intervento, che speriamo siano in linea con la natura e la storia dell’edificio e con la vocazione di Pescara ad essere una città dello sport. Speriamo anche che dalla rinascita del Circolo rinasca tutta l’area golenale e si recuperi un rapporto diretto e identitario con il fiume, per farlo tornare ad essere parte integrante della vita cittadina oltre che riferimento culturale e storico ancora vivo”. Questo alla luce della tutela storica e architettonica dell’edificio, in via di definizione da parte della Soprintendenza e anche delle disponibilità di fondi che sono state illustrate durante i lavori del convegno: non solo fondi europei, a cui la Provincia intende attingere, oltre a quelli in arrivo dal riconoscimento di Pescara Città europea dello sport per il 2012 e, non ultimo il credito sportivo, riunitosi di recente a Pescara e pronto a stanziare risorse per le strutture sportive storiche della città.

L’importanza storica del Circolo per Pescara e tutto il territorio, ha sottolineato il Presidente del Consiglio Provinciale Giorgio De Luca: “Ricade in una zona quella del fiume che paga i danni del passato – ha detto – che va riscoperto e da cui dovrà ripartire anche la riscoperta storica e culturale della città, è un patrimonio importante che si colloca in una zona che la Provincia sta cercando di riqualificare. Di finanziamenti ne abbiamo pochi, ma ci dobbiamo impegnare tutti assieme per ottenere questo risultato e guardare allo sviluppo della città”. Un valore e una condivisione ben nota anche al presidente del Consiglio Comunale, Licio Di Biase, anche nella veste di storico cittadino: “Ho chiuso il mio libro su Pescara con un brano di Giorgio Manganelli che ha scritto che Pescara è una città che non ha rughe, perché ha smarrito involontariamente i segni della memoria a causa del bombardamento della seconda guerra mondiale. Il 70 per cento degli edifici sono stati distrutti dalle bombe mentre altri sono stati abbattuti dalle classi dirigenti, penso alla Centrale del Latte e alla vecchia stazione di Porta Nuova . Allora questi momenti di riflessione sono importanti per guardare al futuro,  del Circolo Canottieri, come della Stella Maris a Montesilvano e altri elementi della nostra memoria. Il Circolo è uno di quegli elementi, è un mio pallino. Da assessore alla Cultura ci inventammo nel ’94 il centro storico: sistemammo il tutto e da quel momento nel volgere di alcuni anni un luogo di emarginazione cittadina è diventato luogo centrale della vita culturale della città. Accanto alla foce del fiume Pescara può nascere il luogo identitario di più grande interesse della città, lanciamo allora una grande iniziativa per far rivivere questo quadrilatero, centrando un dibattito importantissimo per la nostra città”.

Un’esigenza di integrazione, quella fra fiume, mare e città sentita come esigenza forte anche da chi ogni giorno si occupa dell’identità fluida di Pescara, la Capitaneria: “La struttura ha un alto valore culturale e lo abbiamo espresso subito al nostro Ministero, dicendo che la Provincia possa valorizzare questo presidio che è di notevole bellezza – ha rimarcato il comandante Pietro Verna – Ben vengano le interazioni tra tessuto urbano e quello portuale, in questi giorni  una direttiva dell’Unione europea dice proprio questo e l’integrazione funziona benissimo in tante parti d’Europa, ma è sperimentale in Italia, dove un’esperienza interessante c’è solo a Livorno. La Capitaneria è disponibile e sensibile a questo discorso che speriamo verrà portato avanti a partire dal Circolo; se è vero che la cultura ha un valore è bene che venga consolidato e faremo in modo che tale valore si realizzi”.

Un recupero che interessa anche al Comune di Pescara, come ha confermato l’assessore allo Sport Nicola Ricotta: “Pescara è una città dinamica, non è vero che non ha storia, in nome di questa sua dinamicità ha voltato pagina, ma lo sport è rimasto e dovrà essere il mezzo per rimarcarne l’attività e le iniziative perché ha riflessi sul sociale, crea sviluppo. Il Circolo prima ancora di essere una struttura architettonica da salvaguardare e zona da recuperare, fa parte di un contesto diverso da quello che era allora, dobbiamo immaginarla come appendice di un centro storico da cui riparta la cultura e la tradizione sportiva cittadina”.

Alla Provincia questa prospettiva sembra piacere, come ha confermato l’assessore al Patrimonio Aurelio Cilli: “Le vie del recupero sono diverse, ma credo che si possano gettare le basi di un progetto condiviso, appena verranno sistemati gli aspetti burocratici del passaggio”. E come ha ribadito anche il Presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, il quale oltre a rimarcare che l’immobile fa parte del patrimonio storico culturale e sportivo della città, come capita anche a regioni vicine, come il Lazio che ha una tradizione storica e importante legata al fiume, ha anche annunciato le intenzioni della Provincia:  “Dispiace che un bene immobile di tanta rilevanza sia stato ereditato da situazione svantaggiata in termini di decoro urbano – ha detto – Stiamo vivendo un momento finanziario particolare e investire e impiegare risorse proprie per ristrutturare immobili di non proprietà è problema di bilancio. Martedì avremo una riunione sul parco fluviale a cui con i pochi fondi e accordi con i privati vogliamo ridare lustro per arrivare alla bonifica delle sponde e pulizia argini. A gennaio,  poi, cominceranno i lavori per la rete di piste ciclabili che collegherà il Ponte del Mare alla Fater. All’intera zona verrà ridato il lustro che merita. Oggi viviamo una situazione particolare, c’è un ristorante, la ex piscina, c’è una palestra e c’è un piano che stiamo ristrutturando per trasferirci uffici della provincia o dare altra sistemazione. Vogliamo incidere fortemente perché si possa sfruttare il decreto legislativo, n.85 del 2009 per acquisire la struttura al patrimonio della Provincia perché è fondamentale allo sviluppo di tante traiettorie che stiamo tracciando. Non è un  problema a fare un investimento consistente , ma vogliamo che sia compiuto e finalizzato a far risorgere questo immobile storico insieme a tutto il circondario”.

Occasioni per farlo arrivano anche dal Credito Sportivo, praticamente un istituto di credito nazionale per il recupero di strutture di impiantistica sportiva, come ha sottolineato il presidente provinciale del Coni di Pescara, Enzo Imbastaro: “Spero che questo impegno venga mantenuto nel prossimo futuro utilizzando le risorse messe a disposizione dal Credito Sportivo che ha fatto una riunione a Pescara, per la prima volta fuori dalla sede di Roma, a testimonianza della centralità della città sugli eventi e l’interesse sportivo. Pescara e lo sport, sono una grande tradizione e il credito sportivo ha stanziato grossa cifra per riscontrare l’esigenza dei giovani e ha abbassato ulteriormente il tasso di interesse per accedere a tali finanziamenti. C’è poca attenzione a tale istituzione, ma c’è piena disponibilità, c’è un dirigente che può dare informazioni possibili e sono certo che anche per questa struttura possano essere usati fondi sufficienti alla sua rinascita”. La società sportiva più vecchia d’Abruzzo, affiliata ad associazione canottaggio dal 1924, 86 anni di affiliazione al Coni che per questo gli ha conferito una stella d’argento al merito sportivo e fra poco anche quella d’oro ed è onorificenza che in abruzzo sono pochi ad avere ci vogliono più di 50 anni di attività per averla. Provata  da due grosse alluvioni, nel 1959 e poi nel 1992, rinato dal fango con la tenacia e il talento dei suoi canottieri, atleti che si sono fatti valere a livello nazionale e internazionale.

.

Il CONI è pronto ad impegnarsi, come pure l’Agenzia del Demanio, come ha sottolineato il direttore, Cesare Sarchiapone: “Si può fare molto con la legge per il trasferimento dei beni demaniali alle Province, la struttura è indispensabile per il rilancio dell’intera area – ha affermato – C’è stato un degrado inevitabile del Circolo, dettato anche dalla mancanza di fondi per il recupero fino ad oggi. La palazzina è stata modificata col tempo, per qualsiasi lavoro va sentito il parere della Sovrintendenza che darà prescrizioni su come gestire il recupero. Per il passaggio alla Provincia siamo alla fase preliminare, che va fatto con decreto del Presidente del Consiglio e dati i tempi richiederà un’appendice di tempo in più. E’ comunque  auspicabile avvenga al più presto, anche perché c’è accordo sia con la Provincia che col Circolo Canottieri su come gestire l’immobile. Per questo bisogna ben sperare per il futuro”.

Un immobile di grande pregio storico e architettonico, come ha spiegato Claudio Varagnoli, professore ordinario di restauro all’Università d’Annunzio: “Sarebbe bello immaginare il restauro di dell’edificio insieme al restauro di un’intera città, seguendo il suo profilo originario. Anche perché il restauro e la tutela del patrimonio storico possono aiutarci a vivere meglio oggi, ad avere meno oppressione, meno edifici dominanti, che abbiano meno condizionamenti dalla trama stradale. Costruire grandi palazzi, come sta per accadere a Borgo Marino, ad esempio, significa lasciare spazio alle strade e quindi avere più macchine, più aree in ombra, meno vivibilità. Conservare il passato significa vivere meglio il futuro”. Un futuro che per il Circolo Canottieri può significare riallargare il raggio delle sue attività sportive ed agonistiche e riportare la città sul fiume, in nome dello sport. “Il fiume fra due ponti – ha illustrato Aldo Giorgio Pezzi, professore incaricato di Restauro alla d’Annunzio, ripercorrendo la storia agonistica del Circolo, l’eco delle imprese dei suoi canottieri che esce dai confini regionali e che sottolinea lo stretto legame fra fiume, atleti e rive – Il tutto si è sempre sviluppato in un rapporto diretto tra città e fiume, tra gente e atleti. Le golene facevano parte della città, in un rapporto visivo diretto che creava paesaggio urbano con attracco reale. Cosa fare di questo circolo, partire dal recupero del primo piano e poi ci penseremo, o pensare al recupero complessivo dell’architettura? Non vale la pena estendere un recupero anche alle aree circostanti? Aree che hanno ospitato altre attività oltre al canottaggio. Legittimo pensare ad un recupero in chiave ricreativo- sportivo e comunque un recupero dell’area non può prescindere dal recupero della struttura che lì ha sempre vissuto”.

Un recupero in qualche modo indotto dall’intervento “vincolante” della Soprintendenza ai Beni Architettonici per l’Abruzzo come ha illustrato Patrizia L. Tomassetti, innanzitutto ripercorrendo le fasi dell’iter dell’ente per la tutela, oltre all’interesse storico e alle connotazioni culturali e identitare che ne fanno un patrimonio della memoria cittadina, aprendo quindi la strada al vincolo formale. “Un interesse storico rappresentato dal ruolo di d’Annunzio nella nascita del circolo – ha spiegato – che in una città che ha istituzionalizzato l’importanza del Vate, rende agevole il riconoscimento e ha portato la Soprintendenza a dichiarare l’interesse storico dell’edificio”.

Infine il recupero, tante le fonti da cui poter attingere risorse, sia perché l’Europa offre diverse opportunità, sia pure perché esistono canali regionali e statali che hanno in primo piano proprio il recupero dell’impiantistica sportiva, come ha illustrato Mariangela Appignani, consulente per l’Europrogettazione: “Ci sono fondi che si possono acquisire dall’Europa, come i fondi Fas e anche leggi regionali che consentono il recupero di strutture sportive, attraverso pure il Credito Sportivo che eroga finanziamenti per l’impiantistica a livello nazionale e che ha un occhio di riguardo per Pescara, per il suo essere diventata una città europea dello sport. Si tratta di un riconoscimento che porta con sé dei vantaggi da cogliere, che potranno restituire il Circolo alla città e alla sua storia”

In chiusura la commozione del presidente del Circolo Canottieri La Pescara, Luca Nicolaj: “Non è vero che Pescara è una città senza rughe – ha detto parafrasando il presidente del Consiglio Comunale Licio Di Biase – noi ci sentiamo una ruga di questa città e vogliamo continuare ad esserlo in virtù della storia di cui siamo portatori. Abbiamo dovuto ricominciare tante volte da capo, ma lo abbiamo fatto con tenacia, risorgendo ogni volta e riaprendo le porte ai giovani. Ora nel pensare al futuro del Circolo non possiamo non guardare a quello che ci sta dentro, un’associazione sportiva  che non ha mai smesso di darsi da fare e che vorrebbe continuare a farlo. Io spero questo, spero che nel futuro questo possa accadere ancora.

 

 

Visita la pagina dedicata a questa iniziativa dell'associazione Articolo 3

Questa voce è stata pubblicata in Agenda e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.